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Trasparenza e partecipazione per migliorare la legge elettorale

Se la riforma della legge elettorale che approderà in Parlamento è quella palesata ieri sera nella sede del Pd, siamo piuttosto delusi. Mentre si prospettano grandi passi in avanti sul nuovo sistema parlamentare le autonomie locali, niente di rilevante cambierebbe rispetto all’attuale sistema di voto che tanto scandalo desta da otto anni a questa parte. Le soglie di sbarramento possono assicurare stabilità alle maggioranze di governo ma non c’è traccia di strumenti per favorire la partecipazione, il merito e il protagonismo, come possono essere il voto di preferenza o le elezioni primarie.

Dopo aver constatato l’incapacità del governo Letta di dare risposte serie e credibili ad una nazione dilaniata come l’Italia, dove non vi è coesione sociale, speravamo almeno che si fosse imboccata la strada giusta per una riforma della legge elettorale che restituisse agli elettori il diritto di eleggere i propri parlamentari, invece ci troviamo di fronte all’ennesimo tentativo di tutelare qualcuno e non il popolo italiano. Da troppo tempo in Italia c’è una sospensione della democrazia dovuta a un Parlamento di nominati e governi formati in barba alla sovranità popolare.

La sensazione che abbiamo è che si stia confezionando una legge elettorale ispirata al caro vecchio principio del “tengo famiglia”.  Se la politica ancora stenta a dare il buon esempio, a ridare la giusta direzione alle cose, il futuro che ci si para davanti è sempre più cupo. La politica non prenda in giro il popolo.

Si devono aprire le porte della politica per favorire la partecipazione in un momento di grave crisi istituzionale e sfiducia generale. Se il duo Renzi-Berlusconi avesse avuto il coraggio di consultare la società civile e i rappresentanti dei territori, probabilmente avremmo quel valore aggiunto che oggi manca al progetto di riforma sulla legge elettorale.

La nostra proposta è di rendere obbligatorie le elezioni primarie per la composizione delle liste. Non si tratta di tecnicismi, ma di restituire dignità alla politica. È proprio sulla partecipazione e la trasparenza della politica che ruota la possibilità di un cambiamento reale e concreto non più rinviabile. Se non tutti i partiti si regolamentano con strumenti e metodi democratici, vengano obbligati per legge a svolgere le elezioni primarie anche per i futuri deputati.