
Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche entrarono ad Auschwitz (nome tedesco della città polacca di Oswiecim). In questa data, l’Italia celebra il Giorno della Memoria per non dimenticare quanto avvenne in Europa, tra la metà degli anni Trenta del secolo scorso e la fine della seconda guerra mondiale, ai danni delle persone di religione ebraica. Nella loro lingua, gli israeliti chiamano Shoah – ovvero catastrofe, distruzione – quello che più brutalmente è il più grande genocidio che la storia ricordi.
Il nostro pensiero va anche ai tanti, definiti “giusti fra le nazioni”, che si impegnarono in prima persona per difendere gli ebrei perseguitati. Una scelta molto rischiosa ma di cui andar fieri per tutta la vita e da prendere ad esempio quando si parla di solidarietà.
Pensiamo ad un italiano il cui nome è divenuto celebre per aver salvato dalla deportazione migliaia di ebrei ungheresi: Giorgio Perlasca. Un uomo qualunque, poco più che trentenne, commerciante lombardo a Budapest per affari, si trasforma in un eroe della vita dopo aver visto con i propri occhi l’ingiustizia a cui erano destinate le persone di religione ebraica nella città occupata dai nazisti.
Prima si finse diplomatico spagnolo, offrendosi volontario per la pericolosa opera che lo ha innalzato agli altari della storia. Poi, quando l’ambasciatore decise di lasciare la capitale ungherese, decise di usurpare il suo posto pur di continuare a strappare quanti più ebrei possibili dalla morte quasi certa.
Circa 5mila persone trovarono rifugio a Budapest grazie a Giorgio Perlasca, che per oltre un anno ha dedicato tutto se stesso in questa missione. Nel libro pubblicato dal Modavi per celebrare il 150esimo anniversario dell’unità nazionale, Fratelli d’Italia. Una storia di solidarietà, a Perlasca è dedicato un capitolo. « […] Quella di Giorgio Perlasca è, dunque, la storia di un italiano emersa dopo un silenzio durato quasi mezzo secolo […]: una storia che dimostra che per ogni individuo è sempre possibile assumersi la responsabilità personale per la difesa della vita e dell’umanità. Perlasca come simbolo di un’italianità europea tesa alla salvaguardia di persone e valori a prescindere dall’appartenenza nazionale. »