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Oltre la crisi, la sfida dei valori

Ritorna Virtutes agendae, l’appuntamento annuale del Modavi giunto alla sua quarta edizione. Oltre la crisi. La sfida dei valori: questo il solco da tracciare insieme dal 17 al 19 gennaio, a Roma (Centro culturale “Elsa Morante”). Parliamo di crisi senza paura e con speranza, rielaborando idee e progetti da cui ricominciare. Immaginare un futuro in cui economia, politica e cultura siano “a misura d’uomo” ma soprattutto al suo servizio e non il contrario.

Non dobbiamo fare l’errore di limitarci ad osservare l’esistente già noto e desolante che ci circonda in maniera asfissiante. Nostro dovere è, al contrario, ridisegnare idee e prassi imparando dagli errori del passato, cristallizzare i nostri valori di riferimento. Quei valori messi in naftalina, convinti della loro inutilità dai profeti della società liquida, e che ora hanno bisogno di essere rimessi a lucido per brillare ancora.

Virtutes agendae IV: Oltre la crisi. La sfida dei valori è una tre giorni dove non si beve il caffè: le conferenze sono dei veri e propri confronti/scontri tra visioni del mondo diverse; lo spettacolo di teatro sociale Pop economy ci aprirà le porte del misterioso mondo finanziario – paragonabile, mutatis mutandis, al primo MatrixIl terzo sguardo, invece, è il laboratorio dove approfondire e discutere i temi toccati nei dibattiti.

La crisi ha contribuito al tracollo dei partiti e fiaccato seriamente i sindacati. Le associazioni sono divenute gli “azionisti di maggioranza” della società, l’ultimo baluardo del bene comune oltre il quale c’è il caos. Si può ancora sperare di vivere in un mondo dove i valori contino?

 

Perchè la Fenice

amaranto_p_feniceLa fenice è quell’uccello che, trascorsi i suoi cinque secoli di vita, si ritira per morire in pace salvo poi compiere il miracolo della rinascita. Dalle sue ceneri adagiate tra erbe profumate, si forma un uovo da cui si schiude una nuova vita. Così per l’eternità.

La sfida dei valori è anche la sfida dei simboli: storie ed immagini astruse di cui ci siamo dimenticati l’esistenza ma che ci aiutavano a decifrare la vita. Miti e leggende ci parlavano di terre lontane e misteriose, viaggi infiniti e pericolosissimi, personaggi grandiosi fondatori di città e capostipiti di popoli. Tutto ciò era parte integrante del nostro patrimonio culturale.

La fenice è un mito e un simbolo. Il mito è la scenografia del teatro: parla prima che gli attori aprano bocca e conferisce loro l’autorevolezza per essere ascoltati. Il simbolo, che spesso e volentieri promana dal mito, è l’essenza del mito, un estratto cristallizzato in qualcosa di vero e tangibile in cui riconoscersi.

Rifacendoci direttamente alla fenice, vogliamo dimostrare che la rinascita è possibile e le sue premesse sono dentro di noi. «Scava dentro di te – ammonisce l’imperatore Marco Aurelio – perché dentro di te è la fonte del bene e zampillerà senza fine, se continuerai a scavare». Nel nostro caso bisogna avere il coraggio di accettare la vecchiaia di una civiltà, ammettere la sconfitta di una cultura e gettare subito le basi di un nuovo sistema ideale a cui sorreggerci per rialzarci e ricominciare a volare.