
Riconoscere la Lingua Italiana dei Segni (LIS) è un atto di civiltà che non può essere più rimandato. In Europa, solo Italia, Malta e Lussemburgo non hanno ancora riconosciuto le rispettive lingue dei segni. Un riconoscimento, invece, è già avvenuto in ben 44 Paesi, tra cui Iran, Usa, Cina, Uganda, Zimbabwe, Sud Africa, Nuova Zelanda, Spagna e Francia.
Il mancato riconoscimento della LIS e della LIS tattile comporta numerose difficoltà comunicative e limita la possibilità di espressione di circa 877mila persone con problemi dell’udito, più o meno gravi, e 92mila “sordi perlinguali”, i cosiddetti sordomuti. Tali difficoltà di espressione generano delle ripercussioni non solo in famiglia o tra gli amici, ma anche nei rapporti con la pubblica amministrazione. La comunità italiana dei sordi già da tempo si è mossa per sollevare l’attenzione delle istituzioni su una tematica così importante, poiché il Parlamento Italiano – nonostante abbia ratificato con la legge 3 marzo 2009, n. 18 la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità del 2006 – tarda ancora nel riconoscere ufficialmente la LIS, compromettendo le possibilità di comunicazione e l’integrazione sociale, scolastica e lavorativa delle persone con difficoltà uditive. Anche il MODAVI Onlus aderisce ai numerosi appelli lanciati dalle associazioni alle istituzioni: è necessario abbattere le barriere linguistiche esistenti e rendere operativo uno strumento legislativo di cui l’Italia si è dotata oltre cinque anni fa.
Occorre mantenere alta l’attenzione sul tema: in questi giorni, è stata assegnata alla Commissione Affari Costituzionali la proposta di legge “Disposizioni per la rimozione delle barriere della comunicazione, per i riconoscimento della LIS, della LIS tattile e per la promozione dell’inclusione sociale delle persone sorde e sordo-cieche”, presentata nell’ottobre 2013 in Senato e mai discussa, che prevede il riconoscimento ufficiale della LIS (Lingua Italiana dei Segni) come se fosse la lingua di una vera e propria minoranza linguistica sul territorio italiano.
Il riconoscimento della LIS comporterebbe numerosi benefici anche sotto il profilo pedagogico, poichè il 95% dei sordi nasce da genitori udenti. Questi non hanno una lingua in comune che permetta la comunicazione tra di loro: se il bambino non viene esposto agli input linguistici fin dai primi anni di vita, avrà difficoltà nel relazionarsi con gli altri e sarà incapace di esprimersi al meglio. Un importantissimo strumento educativo da implementare ulteriormente sono le Scuole bilingue, strutture educative che hanno l’obiettivo di integrare i bambini sordi e quelli udenti: mentre i primi acquisiscono la LIS come lingua naturale, i secondi la apprendono come seconda lingua partendo dalla scuola dell’infanzia. All’interno di questi istituti, le attività didattiche vengono svolte sia nel linguaggio ordinario che nella lingua dei segni, e le classi sono composte, indistintamente, da bambini udenti e bambini sordi.
Nel nostro paese, a causa della carenza delle strutture bilingue, la L. 104/92 prevede che nella scuola ordinaria, dove ogni classe ospita solitamente solo uno studente sordo, le famiglie possano richiedere l’ausilio di un “assistente alla comunicazione” che, assieme all’insegnante di sostegno, favorisca l’apprendimento dell’alunno sordo utilizzando anche la LIS.
L’approvazione di questa proposta di legge porterebbe al riconoscimento di un diritto per le persone sorde che, pur assolvendo ai loro doveri,non possono ancora godere a pieno dei diritti previsti dalla Costituzione. Approvare in tempi rapidi questo disegno di legge darebbe numerose risposte a tutte quelle persone che – a vario titolo – subiscono le conseguenze del mancato riconoscimento, alle loro famiglie e agli operatori che li affiancano nel supporto linguistico.