
«Giù le mani dal mare dei Saharawi». Così la presidente del Movimento delle associazioni di volontariato italiano (Modavi onlus), Irma Casula, in riferimento al nuovo accordo di partenariato UE-Marocco nel settore della pesca, sul quale in questi giorni dovrà pronunciarsi il Parlamento europeo. In base a questo accordo, un centinaio di pescherecci battenti bandiere europee potranno lavorare nelle acque territoriali marocchine a fronte di un ristoro economico pari a 40 milioni di euro.
«Nulla da eccepire sullo sbocco atlantico dell’economia europea – dichiara Irma Casula – se non fosse che nell’accordo sono inserite anche le acque del Sahara Occidentale, territorio conteso tra il Regno del Marocco ed il popolo saharawi». Un conflitto aperto dal 1975 e che, nonostante la tregua in corso dal 1991, non riesce a trovare soluzione a causa dell’impasse dell’Onu che ha l’onere di indire il referendum per l’autodeterminazione. «Cedere diritti su un bene conteso – sottolinea la presidente del Modavi – è una palese violazione del diritto a qualunque latitudine».
«Per questo motivo – conclude Casula – chiediamo al Parlamento europeo, ed in particolare ai membri della delegazione italiana, di respingere il nuovo accordo di partenariato UE-Marocco nel settore della pesca finché il Sahara Occidentale non avrà uno status definitivo».