
“INNO ALLA VITA – Suicidi di Stato”, è l’opera letteraria con cui Loris Facchinetti e Girolamo Melis hanno voluto porre l’accento sulla tragedia sociale di chi, a causa dell’eccessivo gravare di tasse, debiti e cartelle esattoriali, compie il più estremo tra i gesti, il suicidio, per porre fine alle angosce e alle sofferenze dell’oppressione fiscale.
Gli autori hanno scritto questo libro proprio per mantenere viva la memoria dei “sucidi di Stato”, con l’obiettivo di alimentare il dibattito sulla materia e porre fine a questa strage silenziosa, giungendo ad un fisco – e ad uno stato – più umano e solidale.
Gli autori, per la bontà del loro operato, hanno deciso di devolvere i ricavati della vendita del libro al MODAVI Onlus. Le somme raccolte saranno convogliate in un fondo che sarà vincolato al finanziamento di Borse di Studio per i figli delle vittime delle tasse, affinché a questi ultimi – già privati dell’affetto di un proprio caro – non sia preclusa a priori l’opportunità di studiare e lottare per un futuro migliore.
Con una donazione minima di 10 euro, potrai ricevere in dono una copia del libro “INNO ALLA VITA – Suicidi di Stato” e contribuire concretamente alla buona riuscita di questa campagna di solidarietà.
Le cronache degli ultimi tempi raccontano molto spesso di persone che si tolgono la vita per una serie infinita di motivazioni. Nell’attuale contesto storico e economico, in particolare, appare evidente che il livello della pressione fiscale è diventato insostenibile per un numero sempre crescente di persone. Secondo l’Ufficio Studi della Cgia – Associazione Artigiani Piccole Imprese, le imprese italiane pagano ogni anno oltre 110 miliardi di euro di tasse. La pressione fiscale dal 1980 ad oggi risulta essere aumentata de 12,6%. La pressione fiscale nel 2014 si attesta su di una percentuale del 44%, un record toccato solo nel 2012. Per quanto riguarda la tassazione sul lavoro, secondo quanto calcolato da Price Waterhouse Cooper, la pressione fiscale è pari al 49,4%.
Se volessimo descrivere la situazione odierna in termini allegorici e picareschi, potremmo identificarci in una sorta di “mezzadria ribaltata”: mentre nella mezzadria il proprietario dei mezzi di produzione ne concedeva l’uso al mezzadro in cambio del 50% dei proventi, nella “mezzadria ribaltata” il proprietario dei mezzi di produzione deve cedere quasi il 50% dei frutti del suo lavoro allo Stato.
Fermo restando che pagare le tasse è un dovere da adempiere con puntualità e serietà, lo Stato, parimenti, dovrebbe avere l’obbligo di garantire il soddisfacimento dei bisogni sociali della popolazione – contrasto della povertà, disagio sociale e psichico, tutela dell’infanzia, della maternità e della famiglia, disabilità, inclusione sociale – dei bisogni legati alla sicurezza interna – protezione dai criminali e dalla delinquenza – ed esterna – difesa da attacchi provenienti dall’estero -. Aimè, basterebbe analizzare oggettivamente la realtà per capire come tali doveri, troppo spesso, non vengono rispettati.
L’ordinamento fiscale italiano impone conseguenze ancor più devastanti per quelle persone che, pur volendo, non riescono a “devolvere” la propria quota di reddito alle autorità. L’attivazione del sistema di accertamento e riscossione proposto da Equitalia, fa sentire il contribuente intrappolato in un girone dantesco, ostacolato nel suo incedere da uno Stato che veste le sembianze di una fiera con la coda aguzza, non quelle di una guida che accompagna l’ascesa verso il paradiso. L’architettura barocca degli accertamenti fiscali, fatti di redditi presunti, limiti massimi e minimi di reddito che si “dovrebbe” guadagnare, anticipazioni sulle tasse dell’anno successivo, strane inversioni dell’onere della prova in capo al contribuente, sono solo alcuni degli aspetti che portano la persona a soccombere di fronte a questo Golia della fiscalità. Come se non bastasse, lo scorso luglio, la nostra povera Italia ha rischiato il ritorno dell’anatocismo bancario, ossia la maturazione degli interessi sugli interessi di un prestito bancario.
Il sistema fiscale italiano, progressivamente e inesorabilmente, si sta configurando altamente iniquo poiché è capace di pignorare case, terreni ed immobili, di comminare multe stratosferiche da saldare attraverso mutui ma, al contempo, di “contrattare” le sanzioni con le multinazionali del gioco d’azzardo e i signori della finanza che hanno evaso le tasse per anni ed anni oppure che hanno trasferito illegalmente ingenti somme di denaro nei paradisi fiscali.
La domanda da porre al centro dell’attenzione della politica, degli amministratori, dei media e della società nella sua interezza è la seguente: “cosa possiamo fare di fronte a queste situazioni?”
Le associazioni di promozione sociale svolgono un ruolo determinante nello stare accanto a coloro che soffrono tali degenerazioni del sistema, per colpa delle quali si rischia di emulare il gesto estremo compiuto dai protagonisti di questo libro
Per noi del MODAVI Onlus la promozione sociale rappresenta una valida risposta alla crisi di valori, che è prodromica della crisi economica. Se saremo capaci di ridare alle persone una speranza in cui credere, un anelito di fiducia nel futuro che li attende, saremo anche capaci di risollevarci sia socialmente che economicamente. La promozione sociale può sicuramente contribuire a trovare quella dimensione comunitaria ed umana che è stata progressivamente smarrita: attraverso l’impegno e la cura per il benessere dei propri fratelli sarà possibile curare e rigenerare l’Italia intera.