
Martedì 3 Aprile, presso la Sede del Parlamento Europeo di Bruxelles, si è tenuta la tavola rotonda dal titolo “Diritti umani e dei detenuti. Quale futuro?”, organizzata dal Forum Nazionale dei Giovani in collaborazione con il gruppo S&D, alla presenza degli Eurodeputati Antonio Tajani (Vicepresidente del Parlamento Europeo), Lara Comi, Luigi Morgano, Brando Benifei, dove Il MODAVI Onlus ha partecipato in qualità di membro del gruppo di lavoro del FNG “Emergenza carceri e Diritti umani”.
L’incontro ha analizzato l’annoso problema delle condizioni di vita dei detenuti nelle carceri, tematica – purtroppo – ancora attuale in Italia. Infatti, i tentativi di riforma della legislazione del sistema carcerario, nel nostro paese, stentano a decollare, nonostante i numerosi richiami alla legalità proveniente dai tribunali internazionali ed europei. In occasione di tale appuntamento, occorre affrontare il tema delle carceri dalla sua prospettiva sociale, ossia quella del pieno recupero della persona soggetta al regime carcerario.
La popolazione carceraria residente ha subito un progressivo aumento negli ultimi 10 anni, registrando un alto tasso di turnover legato alla recidiva, ossia all’allungamento della pena carceraria dovuta alla reiterazione del reato da parte di un detenuto precedentemente condannato per lo stesso motivo. La numerosità della popolazione carceraria è influenzata sia dal tasso di criminalità generale, sia dalla scarsa percentuale di applicazione ed esecuzione delle misure alternative alla pena carceraria.
Il sistema carcerario appare in forte sofferenza. Dalle cronache più recenti apprendiamo come si stiano interrompendo sperimentazioni positive, come quella relativa alla gestione delle mense, e di come stiano aumentando le aggressioni agli agenti di polizia penitenziaria. Poiché il carcere è un luogo di riabilitazione e non un confino per prigionieri, è nostro dovere chiedere al Governo di dare risposte fattive al superamento di tale malessere, affinchè il carcere stesso possa portare davvero al pieno recupero psico-sociale della persona.
Inoltre, un corretto funzionamento degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna, ossia degli uffici che permettono ai detenuti di non restare in carcere ma di ripagare il proprio debito con la società attraverso il lavoro al di fuori dalle carceri, potrebbe agevolare il ripristino della condizione di legalità ma non può essere una misura sufficiente per contrastare efficacemente il fenomeno del sovraffollamento delle carceri italiane.
Per eradicare strutturalmente il problema, il MODAVI Onlus intende ribadire con forza che occorre potenziare i progetti di inserimento socio-lavorativo destinati alle persone giunte a fine pena: fornendo al detenuto la possibilità di ritornare nella società attraverso il lavoro. Cosi facendo si nobilita l’uomo e si avvia un percorso reale di reinserimento, evitando le situazioni di pericolo che possono indurre alla reiterazione del comportamento delinquente.
Nel complesso, per ridurre il problema del turn-over dei detenuti, riteniamo che occorra focalizzare maggiormente l’attenzione sulla necessità di riscrivere le norme che regolano il ricorso alle misure alternative, di potenziare gli organici degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna, nonché della presa in carico totale della persona dopo la fase di espiazione della condanna, al fine di ridurre drasticamente il fenomeno della recidiva.