
“Asia Bibi è in carcere dal 2009, condannata a morte per blasfemia. La sua unica colpa, quella di essere cristiana in un Paese come il Pakistan, in cui professare una fede diversa dall’Islam è un reato punibile appunto con la pena capitale. Nei giorni scorsi il rinvio della sentenza da parte della Corte Suprema aveva fatto ben sperare ma gli islamisti hanno annunciato pericolose conseguenze se la donna fosse assolta. Oggi il partito radicale islamico è tornato in piazza per chiederne l’impiccagione, minacciando i giudici di fare una “fine orribile”. Non è accettabile che in una simile tragedia la Comunità internazionale non si sia schierata decisamente a favore di Asia. Il silenzio della società civile e delle organizzazioni umanitarie è altrettanto assordante. Come MODAVI ONLUS, vogliamo lanciare un appello affinché tutti, a partire dal nostro Governo e dalle nostre istituzioni, facciano sentire forte e chiara la propria voce e lavorino per restituire ad Asia Bibi la libertà.”
Lo dichiara Federica Celestini Campanari, Presidente Nazionale del MODAVI onlus, Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiane.